Smilla riposa tra un ciliegio e un noce. Paolo Susana l’ha portata sull’altopiano di Loqua in sidecar: un ultimo viaggio che l’ha avvicinata a quel paradiso dei cani da cui ieri ha mandato uno toccante messaggio di speranza attraverso Facebook: “Non dispiacetevi per noi, sentiamo l’amore che ancora provate al nostro ricordo. Continuate ad amare un altro che ne ha bisogno, cane o gatto, mucca o cavallo, uomo o donna. Questo importa, come viviamo, per cosa viviamo”. Meticcia di media taglia, Smilla se ne è andata martedì mattina nel sonno. Aveva circa 13 anni e da sei mesi era affetta da leucemia canina. La chemioterapia aveva risolto temporaneamente il problema, ma nell’ultimo mese la recrudescenza della malattia ha fatto il suo corso. Paolo Susana l’aveva adottata 11 anni fa al Gruppo ambiente di Ronchi dei Legionari. La cagnetta era diventata una vera e propria star a 4 zampe. Nell’estate 2013 aveva viaggiato con “il suo umano” attraverso l’Italia per visitare i rifugi per cani abbandonati o salvati dallo sfruttamento e denunciare ogni tipo di abuso. Quell’avventura lunga 4mila km sostenuta dalal BioLab l’aveva trasformata in una sorta di paladina degli animali. Alle numerose apparizioni televisive (dal Tg5, al Kilimangiaro) , aveva affiancato il libro “Sidecar Smilla” e il tour era poi diventato anche un cortometraggio presentato al Festival vegetariano. Per due edizioni, prima delle proiezioni dell’Premio Amidei, era stata invitata sul palco al Parco Coronini per portare il suo messaggio di civiltà; e la sua simpatia l’aveva portata anche nel carcere di Volterra. La notizia della sua morte ha commosso il popolo della rete e in poche ore ha raggiunto le 6mila visualizzazioni. “Ho ricevuto moltissime
testimonianze d’affetto. Purtroppo non riesco a ringraziare tutti, uno per uno, ho dovuto farlo collettivamente. Il progetto di Smilla, comunque, rimane e va avanti”, sottolinea Paolo assicurando che presto ci saranno delle novità. Intanto Smilla gioca tra le nuvole. (ste.bi.)
